domenica 16 gennaio 2011

Ineditime: Rammbock - Siege of the Dead (2010)

Anno nuovo, rubrica nuova (?).

Qualcuno con un po' di pelo sullo stomaco resterà allibito: figli della Crande Madre Cermania che si dilettano nel regno dello zio George A.?

Ebbene sì.

Morti viventi per questo indipendente tedesco che ricalca (alla grande) la collaudatissima scia della tradizione quarantennale della "dinastia" zombi.

Meno di due minuti: classico palazzone berlinese, un disgraziato goffo e grassoccio (vederlo in pigiama destabilizza) e un pischello che sembra preso da Skins-Deutschland rimangono bloccati in un appartamento.

Fuori, "l'orda".

Tenere alto il coinvolgimento in un singolo luogo è impresa ardua (o per spagnoli), ma il buon Marvin Kren (classe 1980), sostenuto dalla durata da finto-lungometraggio (60 minuti scarsi), riesce a non sbrodolare.

Anzi.

Camera a mano e montaggio serrato, elementi base dell'alchemico antidoto per la noia da horror-clichè, si sciolgono, come un Effervescente Brioschi, in una gradevolissima cura alla nostra indigestione da DTV.

Rabbioso ed inesorabile (paradigmatica una sequenza che nella sua velocità abbagliante non dà il respiro necessario per comprendere ciò che accade), Kren gioca a fare il Fresnandillo di "28 Settimane Dopo" con l'agitazione "da periferia" (supportata da una fotografia scura e urbana) che si tinge della piatta monocromia della vita della Capitale.

E nonostante poggi le sue crucche chiappe nel morbido territorio (ben recintato) dei non-morti, Rammbock flasha per una "trovata" (a)tipica da aggiungere al pratico "Manuale per Combattere gli Zombi".

Finale (pseudo)ieratico? Poco ci cale; nella sua chiusa compressione ritmica, un toccasana per noi amanti dei bavosi decrepiti.

Nessun commento:

Posta un commento