sabato 30 aprile 2011

Trailer Capolavoro - The Tree of Life (2011)



Meraviglioso trailer, di una magnificenza visiva da far piangere. Terrence Malick gira il suo quinto film in una carriera iniziata nel 1973 con il cult "La Rabbia Giovane": pochissimi film per quarant'anni.

La trama in breve (tratta da Movieplayer):
Negli anni '50 tre fratelli scoprono il mondo e perdono la loro innocenza a contatto con la perdita e col dolore.

Due splendide locandine del film:



Uscita italiana: 27 maggio.

domenica 17 aprile 2011

Cine? Ma(h)... - Noi tifiamo Napoli, tiè!


Un corto indipendente del 2004 diretto da Vincenzo Cervoni, e che corto: "Forbidden Mansion" (visionabile su Youtube) ha sicuramente plasmato i miei gusti.

Visto sei buoni anni fa e avendomi fatto davvero paura, questo cult personale ha davvero indirizzato i miei gusti orrorifici virandoli in una determinata direzione. Per questo lo ritengo un piccolo capolavoro.

Evidentissimi gli omaggi/richiami, buono il comparto tecnico, ottimo senso della tensione e dello spavento: anche a distanza di anni (e nonostante le innumerevoli visioni), regge il suo impatto emozionale e la sua forza inquietante.

Però c'è una cosa, un piccolo neo, dannazione che cavolo, ma non è un errore suo, è un errore di sistema, di quelli che vi dicono che per far conoscere i vostri corti in giro bisogna essere internazionali, inglesi e merdaccia simile. Dopo trenta secondi si nota la particolarità dei protagonisti: sono meridionali.

Ma meridionali forti, eh. Mica da ridere.

Minuto cinque e qualche secondo, uno dei due chiama l'altro: Jason. JASOOOOON!...

Vabbè, non me ne fotte nulla, rimane una gemma rara.

venerdì 15 aprile 2011

Recensione: Scream 4 - Scre4m (2011)


La nuova decade impone nuove regole e, puntualissimo metronomo, Craven pensa bene di eliminarle (fisicamente) una ad una, attraverso una progressiva maratona di trucchi (s)velati.

Squadra che vince non si cambia: Williamson (ri)scrive la storia di Sidney, ambientandola nella cara Woodsboro, con lo smalto musicale di Marco Beltrami, e, dopo aver ingurgitato quindic'anni di teen-shows (inclusi slasher, of course), ne codifica gli stilemi per poi, con tagliente intelligenza, sbeffeggiarli sogghignando beato.

Wes, complice e ideatore del delitto, spiega con sovversiva sobrietà il "reboot secondo me": gettate le basi di una nuova trilogia, l'azzeramento è pronto e si cela, come sempre, dietro la maschera deformata del passato.

Alcune finezze: da notare come siano presenti attori di serie tv cult per gli adolescenti (OC, Veronica Mars, Heroes); la regia di Craven in completa controtendenza con la produzione attuale; i riferimenti dei protagonisti totalmente (e, ovviamente, con coscienza) futili a Facebook e simili; le frecciatine alla "serialità" di Saw (la saga di Stab...).
Buonissimo film: importante.

lunedì 11 aprile 2011

Recensione: Kick-Ass (2010)


Falliti con l'hobby del costume multicolore: non il solito cinecomix edulcorato, non l'usuale commediola americana dolcificante, a metà strada tra iper-reale, violenza e introspezione, una sorta di "manga" a stelle e strisce in cui sciami di volgarità e sangue investono lo schermo.

Idealmente tripartito in momenti comici, splatter e dramma, indossa benissimo ognuna di queste vesti, garantendo adrenalinico divertimento e gustosi attimi di tregua, nella giusta dose.

Intenti parodici? Lo smascheramento del supereroe è sotto gli occhi di tutti, in diretta web, la dissacrazione del mito è compiuta (ma non portata alle estreme conseguenze) ma l'obiettivo è tutt'altro: verdissimo intrattenimento da sala.

Musica "variegata", ritmo costante, personaggi originali: impossibile annoiarsi.

Eccezionale la scena di Big Daddy che si sbarazza di diversi uomini in un magazzino: sembra girata in un magistrale piano sequenza. E dannatamente straziante (forse involontariamente) il finale.
Buonissimo lavoro.

sabato 9 aprile 2011

Ineditime: Rubber (2010)

Mr. Oizo, a ruota libera, esplode in digressioni sul mezzo/spettacolo del cinema e sull'apporto (implosivo) dell'audience verso il cinema stesso.

Asfissiante l'arido clima che si respira, stemperato da un'intelligente meta-ironia grottesca (e non poteva essere altrimenti) svelata nei primissimi minuti che sciolgono, sotto il sole cocente, ogni nostro interrogativo ed ogni nostra ricerca di significato.

Uomo avvisato, mezzo salvato, "no reason" è la parola d'ordine: recisa la sospensione dell'incredulità, i (o gli) pneumatici hanno poteri "psicocinetici" (mi raccomando) ma il ridicolo (in)volontario non alberga qua, e le inquadrature fisse sono la forma alterata del divertimento da violenza gratuita.

Avvelenati, si rimane a seguire le vicende (ripetute) del copertone, costruendone mentalmente la struttura, mentre il regista francese si prende bellamente gioco della nostra (dis)attenzione, svoltando in tutt'altra direzione: c'è bisogno di dirlo? Originale e furbescamente geniale: sorriso compiaciuto immancabile.

giovedì 7 aprile 2011

Recensione: Sucker Punch (2011)


"Non sarete preparati" recita la locandina: iperbolico videogioco per nerd dal compiacimento facile, infarcito di riferimenti ludici e desaturato (letteralmente) da qualsiasi contenuto "alto".

La stucchevole sceneggiatura sembra dire il contrario, ma è eresia: Snyder gioca a fare l'innestatore Nolan, scalando livelli e livelli di oniricità, ma l'encefalogramma rimane piatto. O meglio, non gliene importa nulla: rallentato all'inverosimile, si crogiola nello scintillante sfarzo del green-back e della post-produzione, e lì penetra, abbracciato e accerchiato, nell'immersivo iper-mondo virtuale, creazione (di)storta di un Freud sotto adrenalina (in endovena).

Suicidio economico multiplayer: Larry Fong, mano destra, ne accentua i tratti fumettosi (qualcuno ha detto "300"?), Tyler Bates, in un delirio compositivo, seleziona una soundtrack all'insegna dell'abuso d'effetto, William Hoy, piacevolmente, esagera.

La mano (guantata) del Maestro dello slow-motion è (pre)potente, e la masturbazione cinefila (con tanto di ragazzette in abiti succinti, bazooka e mostri giganti) è dietro al sipario: per nerd incalliti, spregiudicati e orgogliosi. E seguaci delle superbe vacuità kitsch (d'azione), di plastica grigia adorabilmente luccicante.

Tra cui il sottoscritto che, per inciso, l'ha adorato.

domenica 3 aprile 2011

Recensione: Caravaggio (1986)


Biografia "oltre" dell'artista maledetto dipinto, con pennellate di chiaroscuro, e ritratto attraverso i suoi stessi quadri, che divengono, ben presto, singoli attimi "che catturano la spiritualità nella materia" e ne rappresentano i passaggi obbligatori, dalla vita alla morte.

Luce ed ombre si diffondono come liquido di una brocca caduta sul pavimento: i rapporti di potere si invertono, lasciando spazio (vuoto) alla straordinaria visione fatta di dettagli minuziosi, pigmenti di quotidiana rassegnazione e di condivisione attesa, e giacciono sulla stessa lama.

Pacato e rabbioso, l'apporto di Jarman, il bacio di un pittore cha amava la vita ad un pittore che amava la vita, maestro autoriale, modello autentico di sfrenatezza e (in)sicurezza, paradigma di esistenza irrequieta, breve e "maledetta".

Anacronistica e assoluta poesia per immagini.

sabato 2 aprile 2011

Ineditime: Alucarda, la Hija de las Tinieblas (1978)


Diavoli messicani urlano e sbraitano, in un groviglio orgiastico di meravigliose immagini scalpitanti di un luogo fuori dal tempo, magnetico e avvolgente ma con netti panorami sull'abisso nudo e crudo, come un abito talare strappato di dosso.

Moctezuma evoca scenari passionali e cremisi, la terra sembra scavata e riassestata, gli ambienti mostrano una natura folle, selvaggia, demoniaca: il rito si consuma in un tribale cerchio di corpi e la nudità dà più vigore agli spiriti che penetrano, carnalmente, negli illibati corpi degli innocenti, liberamente volontari, in cerca di qualcosa che le sacre bende/catene del bigottismo non possono offrir loro, l'amore.

Inesorabile maelstrom di passioni, condotto da un velocissimo montaggio (tipicamente anni Settanta) e da risvolti cromatici pieni, disturbante e surreale, con culto jodorowskiano per la pulizia estetica nella rappresentazione del sangue e del dolore (le scenografie infernali, la fotografia luminosa, il rosso acceso) e per i riferimenti evangelico-blasfemi (ma è davvero così?).

La possessione spirituale dell'amore e la liberazione fisica dai vincoli (a)morali, per questo dimenticato "cult" del sottogenere esorcistico: da esplorare.