martedì 3 maggio 2011

Recensione: Habemus Papam (2011)


"Cambia, todo cambia": l'annuncio si insinua nell'opulento e pieno vuoto del Vaticano, condotto da quadrature segmentate e opprimenti, senza profondità (di campo).

La tenerezza degli sguardi di un perfetto Michel Piccoli è l'emblema stesso della responsabilità cui viene sottoposto un Uomo da altri uomini, in tutta la sua fragile umanità e nella sua pesante/leggera decisione, il cui dubbio è moto stesso di ulteriori moti, di riscoperta del prima e di cura del poi, di rispetto del dentro e di ricerca del fuori.

Siamo pronti alla responsabilità? Sontuosamente, nella sua impeccabile e costosa ironia, Moretti spariglia e ci fa attendere una guida, ci abbandona a noi stessi, e forse proprio qui sta il coraggio e la presa di coscienza del presente storico: nella visione consapevole del limite apparentemente distante ma che è lì, ad una manciata di voti.

Ammutolita e spiazzata la sala a fine proiezione. 
Chi si aspetta un film caustico e blasfemo giri a largo, qui si parla dell'uomo.
Non un capolavoro, ma ce ne fossero...

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