venerdì 25 febbraio 2011

Recensione: Non Desiderare la Donna d'Altri (2004)


O più semplicemente (e in modo più denso) "Brothers" (da cui è stato tratto l'omonimo remake USA nel 2009).

Fratelli.
Un inscindibile legame di sangue, un vincolo obbligato ma non unilaterale, biunivoco, reciproco, tra due persone che si amano.

Il mezzo non altera ciò che vediamo: i residui del Dogma vontrieriano si vivono sulla propria pelle, come una lunghissima prigionia di pochi giorni. Una visione obiettiva (?), d'insieme, in un orrore quotidiano, latente, in un anello di alterazioni mentali causate dal dolore reale.

Dolore che scava, e muta, e spezza, e colpisce: l'inversione/sostituzione di un soldatino di piombo con uno di latta non cambia l'esito della battaglia. Quello che cambia è la composizione stessa della materia: dapprima solida, rocciosa e delineata, poi rapidamente liquida (informe) e poi eterea, difficilmente percebile, forse assente.

Primi piani, dettagli, luci, minuziosa (ri)costruzione inconscia di una consuetudine sconcertante: vento che soffia in campi di grano, la chiusura di un occhio. Le increspature di un lago.

L'amaro di una cena familiare.

Non è un bellissimo film, ma è abbastanza riuscito.
Ottime le interpretazioni (e d'altronde un film del genere si basa al 90% su queste) e funzionale lo stile dogmatico, peccato per l'eccesso ridondante di musiche.
 
Straziante e angosciante l'ultima parte: grande forza di coinvolgimento.

Nessun commento:

Posta un commento