giovedì 10 marzo 2011

Considerazioni su "Amanda Knox - Murder on Trial in Italy (2011)"


Premetto che si tratta di un thrillerino televisivo guardabile e che scorre via veloce. Da noiosa serata estiva. Ma non è questo il punto.

Questo FILM è nient'altro che un atto di terrorismo.
Sì, un atto di terrorismo giudiziario. Non mi vengono paragoni.
Tal Robert Dornhelm (o chi ha scritto la sceneggiatura) non solo decide di mettere in scena (dunque SPETTACOLO ma non di finzione) una tragedia recentissima, ma si permette di più: prende una posizione.

Decide di dare, con un film tv (che hanno seguito più di due milioni di spettatori alla prima televisiva), una sentenza giudiziaria, schierandosi amabilmente da una delle due parti.
Così, a cuor leggero.

E non si tratta di essere bacchettoni, bigottoni, cagacazzo o simili: il processo è ancora in atto. E' ANCORA IN ATTO, rendiamoci conto; "cià che spalmiamo un po' di merda su un lato del panino".

Subdolamente e infidamente la soluzione ci è data: è assurdo. Magari c'avrà pure ragione, ma forse è il caso di evitare di sparare a zero?
Voglio dire: il dubbio è cosa positiva e necessaria, ma tra il dubbio e la soluzione dello stesso ce ne passa di acqua sotto i ponti.

E il peggio è che l'aria da dubbio la vorrebbe avere! Mostra entrambe le facce della medaglia, certo, ma con due pesi e due misure.

Quando si fa cinema, a quei livelli (dieci milioni di budget, una stella come Hayden Panettiere e un premio Oscar come Marcia Gay Harden) non ci si può permettere una presa di posizione così forte e radicale su di un argomento così in dubbio e sul filo del rasoio.

Vuol dire sottovalutare (o USARE) il proprio evidente potere a fini terroristici e politici. Per indirizzare l'audience verso una direzione, facendolo indignare per qualcosa che FORSE e ripeto FORSE è un'ipotesi scandalistica.

Ma forse sto esagerando.

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