venerdì 11 marzo 2011

Recensione: Piranha (2010)


Una festa di splatter-scenes immersa in un lago di ignoranza ammerigana.

Il pupillo Aja ("Alta Tensione", "Le Colline hanno gli Occhi", "Riflessi di Paura") si tuffa, senza prendersi troppo sul serio, in uno Spring Break di sangue, frattaglie e tette, aiutato da un branco di feroci effettisti (tra cui i sempreverdi Berger e Nicotero) che riempiono letteralmente lo schermo di ettolitri (ed ettolitri... ed ettolitri) di emoglobina digitale in tre dimensioni.

Non rimane traccia dell'originale del vecchio Joe: l'omaggio è dichiarato ed esasperato; tutto è in funzione del riciclo degli anni che furono: impossibile, per l'horror-fan del periodo d'oro, non adorare la grandiosa macelleria finale.

Poco importa se gli attori (tra cui un redivivo Christopher Doc Lloyd, un Eli Roth che interpreta evidentemente sé stesso, un maremoto di donne poco vestite, e un incredibile Paul "Human Giant" Scheer) hanno sempre la stessa espressione, se la CGI è, a tratti, orripilante, e se altro non è che un giocattolone per ragazzetti (necessariamente maschi) con brufoli sulla schiena: qui, il divertimento è di casa.

Altissimo tasso di intrattenimento ignorante: astenersi Baustelliani convinti.

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