venerdì 18 marzo 2011

Considerazioni su "Videocracy - Basta Apparire" (2009)


"Basta apparire": Gandini non solo l'ha capito bene, ma se ne fa profeta e fautore, truccando (?) la finzione scenica in un elementare documentario, un po' facilone per chi 'ne sa'. 

Indirizzato ad un pubblico estero? Sicuramente. 
Perlomeno se considerato documentario. 
Ma "Videocracy" altro non è che un (sur)reale film lynchiano: grottesco all'inverosimile, terrificante, inquietante, evidentemente atto allo shock audiovisivo.

Ciononostante, non si tratta di uno shock per quello che le immagini mostrano (certo, senza il contenuto delle stesse, il tutto sarebbe meno terribile) ma in quanto orrorifiche per sè stesse, in quanto rappresentazioni.
Una sequela disturbante di rappresentazioni da incubo, talvolta costruite ex novo (ecco la finzione) talvolta riprese ma che, inserite in un contesto di fluida (ma non troppo) continuità, hanno la medesima parvenza di un onirico naufragio in una Twin Peaks post-moderna.

Il fatto che sia tacciato di essere un banale documentario/inchiesta non è del tutto errato; tuttavia il film del buon Gandini (può essere che neanche lo stesso autore l'abbia capito fino in fondo, ma non credo proprio) è obiettivamente la cosa più disturbante che io abbia mai visto da diverso tempo a questa parte.

Disturbante.
E ripeto, non per questioni politiche, sociali o simili: di quelle non ho intenzione di occuparmi.
Un film dell'orrore.
Tratto da una storia vera.

Azz.

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